LA VILLA DI MONTALE
Sulle prime pendici del Mesco, nella parte occidentale di Monterosso, si trova la villa del poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975. La villa estiva di famiglia, costruita in stile liberty nel 1880, era detta Villa delle Due Palme o come veniva chiamata dal poeta stesso, la Pagoda Giallognola.
Montale stesso disse: "Quella di Monterosso è stata una stagione molto formativa, però ha anche costituito l'avvio all'introversione, ha portato ad un imprigionamento nel cosmo". Le poesie più legate al borgo sono racchiuse in "Ossi di seppia", nello specifico I Limoni, La casa dei doganieri, Punta del Mesco.
Oggi la villa è proprietà privata, parzialmente riadattata come struttura ricettiva.
Monterosso ha omaggiato il poeta con il Parco Letterario Eugenio Montale, nato per i 40 anni della concessione del premio Nobel. Si tratta di un percorso guidato tra terrazzamenti a picco sul mare e il cimitero, dove riposa la tomba di famiglia.
I LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove ,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui nelle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.